La Casta Romana, che riforma
il mondo del lavoro privato, inserendo la flessibilità in uscita e mantenendo
in vita quella in entrata, dovrebbe immediatamente colmare la disparità di
trattamento dei precari statali.
Tutte bugie le formule
magiche narrate sulla flessibilità quale soluzione universale della crisi
economica-finanziaria.
Il lavoro flessibile ha condannato migliaia di giovani prima alla sopravvivenza
con contratti semestrali e poi alla disoccupazione di lunga durata.
La Fornero che vuole
ulteriormente modificare il mercato del lavoro deve andare a casa a ripetere
prima la lezione.
Lei deve considerare bene il
suo agire che distruggerà ulteriormente i destini sociali di milioni di
persone.
Tutti i giovani precari degli
anni ottanta e novanta, continuano ad esserlo ancor'oggi, ormai ultraquarentenni, depressi, senza famiglia, casa, e futuro pensionistico.
Questo dimostra che il lavoro
flessibile non costituisce una via d’accesso verso un lavoro stabile e meglio
garantito.
Tutte bugie quelle del
Ministro Fornero e di Mario Monti.
Se la regola d’attratte aziende
straniere e capitali stranieri è quella di ridurre il costo del lavoro, i
nostri illustri professori devono spiegarci perché questa eccezione è diventata
regola per tutte le aziende italiane.
Ma la conferma che la
flessibilità ha come intento di sfruttare il lavoratore rendendolo precario a
vita nella società è data dall’uso indiscriminato, costante e perpetuo di quelle
aziende che con i capitali esteri non hanno nulla a che fare, ovvero le
pubbliche amministrazioni.
Queste ricorrono in massa ai contratti flessibili, che penalizzano i lavoratori
eliminando diritti e fissando retribuzioni anche del 30% inferiori rispetto al
lavoro dipendente stabile.
La Casta ha costretto la
Pubblica Amministrazione a sostituire con lavoratori flessibili e atipici una
miriade di pensionati, attraverso il blocco del turn-over.
Diciamo la verità, è
impossibile che un contratto flessibile diventi stabile.
Questa regola è vera nel pubblico, ma anche nel privato.
Basta guardare il numero di
ricorsi ai Tribunali e il coraggio di giudici che nonostante il tentativo della
Casta Romana di rendere tutti precari a vita, hanno sentenziato risarcimenti e
trasformazioni di rapporti di lavoro da precari a stabili.
Questi giudici tentano di rompere il supermarket del lavoro,
dove si trovano contratti a basso costo, contratti di associazione in
partecipazione, false partite Iva, stage.
Altro che antidoto alla
crisi e alla disoccupazione giovanile, la flessibilità è una trappola basata
su bassa retribuzione, discontinuità contrattuale e protezione sociale nulla.
E’ bene ricordare i nomi di
alcuni giudici che lottano contro la Casta dando ragione ai precari statali.
Rendiamo grazie al giudice
Chirone di Trani (sentenza n. 2262/12), giudice
Brudaglio (sentenza n. 2296/12) che con altri cercano di sbriciolare le leggi
edificate dalla casta.
Grazie a loro, l’Amministrazione
è stata obbligata a risarcire i danni per diverse centinaia di migliaia di
euro e a stabilizzare precari in deroga al principio di non consentire mai la conversione del rapporto di lavoro flessibile nella P.A.
Il loro coraggio merita un
riconoscimento da parte di tutti i precari, perché nonostante il precariato nella
P.A. dilaga, nessun giurista affronta la problematica con visione critica.
Loro, invece, hanno disatteso
l’eccezione di difetto di giurisdizione, l’eccezione di incompetenza funzionale
del giudice, l’eccezione di prescrizione, hanno inoltre affermato i diritti dei precari
ricercando il fondamento giuridico nella direttiva comunitaria 1999/70/CE.
Loro sono i nostri paladini,
veri eroi, che tentano di fare giurisprudenza a difesa del lavoratore.
I precari statali sfruttati da
anni, se fossero stati dipendente di un’impresa privata non avrebbero avuto
contestato il diritto alla stabilizzazione, essendo palesi le esigenze
strutturali dell’impiego e l'abuso da parte del datore di lavoro.
La casta ha innalzato paletti
che illudessero l’applicazione delle norme europee, ma difatto questi venivano
subito abbattuti con altre norme opposte e contrarie (D.lgs. 368/01; D.lgs.
165/01; L. 247/2007), un pò come è
successo con il finanziamento dei partiti, eliminati dalla porta e rientrati
dalla finestra.
Come ha osservato la Corte di
giustizia europea, nell’ordinanza del 1 ottobre 2010 (causa C-3/10), nel
settore pubblico, il legislatore è intervenuto per evitare il ricorso abusivo
dei contratti a tempo determinato, aggiungendo una durata massima oltre il
quale il contratto di lavoro può essere ritenuto concluso a tempo
indeterminato.
Il giudice europeo soltanto per questa ragione ha ritenuto la disciplina nazionale rispettosa della normativa comunitaria, stante il suo carattere proporzionato, sufficientemente effettivo e dissuasivo.
Il giudice europeo soltanto per questa ragione ha ritenuto la disciplina nazionale rispettosa della normativa comunitaria, stante il suo carattere proporzionato, sufficientemente effettivo e dissuasivo.
Tale modifica del D.lgs.
368/01 rispetta anche il contenuto precettivo dell’art. 97, c. 3 della
Costituzione visto che la stabilizzazione trova la sua forma in una espressa
norma di legge e visto che l’assunzione è la legittima conseguenza del
posizionamento in graduatorie (pubblico concorso), come ha ricordato la Consulta nella sentenza n.
41/11.
Ma la Casta, in tutti i modi
cerca di vincere la battaglia imponendo nuove norme, come accaduto con l’art. 1
del D. L. 134 del 25 settembre 2009 con il quale è stato deciso che i contratti
a tempo determinato non possono mai trasformarsi a tempo indeterminato.
La nuova regula, si applica
dal 25 settembre 2009 e trova una conferma nel D. L. n. 70 del 13 maggio 2011
che ha esteso con decorrenza di quella data l’inapplicabilità della conversione
del contratto.
Questa è l’evidenza dei
fatti!!
Questa è la regola che
vogliono imporre a tutti i lavoratori!!
Certamente non per attrarre capitali!!
Certamente non per attrarre capitali!!
E’ palese, evidente,
disarmante l’intenzione del Governo Monti e della Casta Romana!!!!!!!!!
Hanno edificato leggi discordanti,
pur di non applicare in Italia la normativa comunitaria che rende illegittimi
tutti i contratti flessibili.
Hanno inserito un risarcimento
irrisorio che non ottiene alcun effetto deterrente, visto che il “malvezzo” continua
nelle Amministrazioni Statali.
La stessa Consulta, infatti,
nella sentenza n. 303/11 ha asserito che la stabilizzazione del rapporto di
lavoro è la tutela più intensa che il lavoratore precario possa ricevere.
Ciò non contrasta con l’art.
97 della Costituzione che rimane osservato nel prevedere l’assunzione da graduatoria come prodotto
finale di un procedimento concorsuale.
PER TUTTO QUANTO PREMESSO
CHIEDIAMO LA STABILIZZAZIONE DEL PERSONALE INFERMIERISTICO DELLE ASL DELLA
REGIONE PUGLIA A CUI LA CASTA ROMANA HA IMPOSTO UN BLOCCO DEI CONCORSI
(TURN-OVER) LUNGHISSIMO.
DOMENICO CIRASOLE
INFERMIERE PRECARIO
DOTTORE IN GIURISPRUDENZA
ASPIRANTE AVVOCATO
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